Ma cosa ci permette di formulare un giudizio simile?[…] La prima matita dipinta esternamente compare solo nel secolo dopo, lanciata all’Esposizione di Chicago nel 1893 dalla Koh.I-Noor, tutt’oggi una delle marche più prestigiose di strumenti da disegno. Il motivo di questa coloritura va rintracciato con ogni probabilità nel tentativo di nascondere le imperfezioni del legno, visto che per un oggetto economico non si usa certo il taglio più prezioso. E questa prima verniciatura è appunto gialla. […] Il dato sorprendente è però che, ancora oggi, i due terzi delle matite prodotte e vendute sul pianeta sono gialle.. Qualche anno fa durante un’indagine di mercato in un ufficio americano, vennero proposte delle nuove matite, alcune gialle e altre verdi. Dopo una settimana si chiese agli impiegati quali delle due preferissero e la maggioranza si lamentò di quelle verdi: perché la mina si spezzava di continuo, perché erano difficili da temperare, perché il legno era duro e si scheggiava con troppa facilità. Nemmeno a dirlo le due matite erano identiche.
Cambiava solo la vernice esterna![…]
[…]”Nella società attuale, dunque, il colore non solo una sensazione né un mero attributivo delle cose. Il colore è spesso un’idea o un’aspettativa. Ovvero certe tinte diventano tutt’uno con gli oggetti che indossando al punto che è difficile pensarli altrimenti. Non a caso, se proviamo a cercare l’immagine di una matita su Google le prime che compaiono sono gialle. Come pure gialle sono le matite delle emoticon più diffuse. La matita gialla è insomma più matita di qualsiasi altra”[…].
Testo ripreso dal libro di Riccardo Falcinelli - Cromorama - Come il colore ha cambiato il nostro sguardo.